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Archive for ottobre 2007

Periodo strano…

 

"Mi perdo se mi incontro, dubito se trovo, non possiedo se ho ottenuto.

Il fatto è che noi abbiamo abbandonato noi stessi, ed è tra noi e noi che si tesse la strategia della sorda battaglia.
Ho l’anima ridotta a una matassa aggrovigliata. Sono una casa vedova, claustrale in se stessa, abitata da spettri timidi e furtivi.
Le palpebre mi pesano nei piedi che trascino.
Per fortuna, dalla finestra fredda con le imposte aperte, un triste filo di luce pallida comincia a spezzare l’ombra dell’orizzonte.
Per fortuna ciò che sta per nascere è il giorno. E mi acquieto quasi dalla stanchezza dell’inquietudine."

Pessoa

 

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Non esiste l’amore sbagliato. Esistono persone giuste al momento sbagliato. In cui non siamo pronti per alcune cose.
Non ero io la persona. Non era
il momento. Chissà.
Ora forse c’è la persona giusta, al momento giusto, che potrà dargli serenità, potrà dove io non sono riuscita.
Ora però non mi va di ascoltare.
Non mi va di parlare. Quanto è spietata la realtà.
Le nostre paure ci tengono inchiodati sempre agli stessi schemi di comportamento.
E’ durissimo saperlo e non poterci fare nulla.
Ti ho toccato. Poco. Ti ho toccato. Solo con le parole, è vero, però almeno con quelle ho avuto l’illusione di esserci.
Anche solo per qualche ora.

Certe cose cambiano, ma altre sono per sempre, e non me le porterà via nessuno.
Eppure continui a mancarmi sul serio.
E non mi passa.
Ricordo un avvicinarsi piano, un toccarsi lento.
Ricordo un desiderio così profondo da legare anima e corpo in un’unica vibrazione.
Ogni attimo dilatato all’infinito.
L’ultima volta che ci siamo visti ti ho guardato e assaporato a lungo.
Come se avessi saputo.
Come se lo avessi sempre immaginato, che ti avrei dovuto disegnare nella mia mente.

Che ci sarebbe stato un giorno in cui ti avrei solo dovuto ricordare
.
Che sarei stata sola con la tua immagine. Che sarebbe stata l’ultima volta e poi più per sempre.
E ora ti porto dentro.
Non mi puoi non mancare, ma mi basta solo chiudere gli occhi.
E tu ci sei. Mi guardi. Mi sorridi.
Mi stringi in un abbraccio che non lascia scorrere il tempo.
Non lascia spazio al cuore per battere
Dolce e spigoloso.
Passione e paura.
Gioia e dolore.
Si sono fusi nell’anima e mi accompagnano sempre.
Giorno dopo giorno.
Mai.
Mai potrò dimenticarti.
Mai potrò smettere di amare te, il tuo corpo, il tuo mondo, i tuoi pensieri.
Quanto è semplice il dolore. Basta poco. Non serve spiegarlo.
Ho raggiunto solo l’anticamera del tuo cuore e l’attesa è stata troppo lunga e straziante.
La chiudo qui questa storia… oggi… la chiudo sperando che serva a farmi dimenticare, almeno per un po’, che hai la mia anima…
Quanto serve per dimenticare?

Quanto per smettere di piangere?
Quanto per sopportare l´assenza?
Forse una vita intera.

E ora…

Silenzio.
Nostalgia.
Desiderio straziante di un altro di quegli abbracci
. Paura di aver sbagliato tutto.
Certezza di aver perso tutto. Tutto quel niente. E poi vuoto. Vuoto pieno di rumori che non servono a spegnere i pensieri.
E poi rabbia per me, per l´incapacità di mantenere il controllo.
E tristezza. Una tristezza corposa che prende così all´improvviso… di mattina, alla sera infilandosi nel letto, a cena in mezzo agli amici… guardandosi allo specchio.
E il ricordo di aver amato. Oltre ogni ragionevole dubbio.
Mi mancherai. Mi mancherai, ma non potrò dirlo. Ma tu sappilo lo stesso.
  

 

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Oggi…

 
Ho scritto l’ultima volta tre mesi fa, e parlavo di confusione, di domande che rimangono sempre senza risposta.
Beh, oggi ne ho almeno il doppio.  Il doppio della confusione e il doppio delle domande.
A volte vorrei essere una persona più semplice, di quelle che vivono la quotidianità senza tanti pensieri, di quelle che si accontentano sempre e che non si accorgono nemmeno di tutte le sfumature che ha ogni singolo istante delle nostre giornate.
Sono emotiva. Impulsiva. Istintiva.  Caratteristiche che spesso mi hanno portata dritta contro un muro, e le testate che ho preso sono state talmente forti da pagarne le conseguenze per mesi lunghissimi.  Ma io adoro questo mio modo di essere, e il mio sangue caldo mi fa sentire viva.
Anche adesso.  Nonostante la difficoltà, il poco dormire, le lacrime amare, il cervello sempre acceso per domandare qual’è la strada è giusta, se potrei stare meglio, se bisogna imboccare il sentiero più facile o quello più tortuoso, ma più gratificante.
Io ho sempre rimandato le decisioni importanti, c’era sempre tempo davanti… ma adesso sono diventata grande, ed è ora di smetterla di scappare dalle responsabilità.
Bisogna prendere una strada.  In fretta.  Non importa quele essa sia, perché oggi nessuno può sapere quale farà di me una donna VERAMENTE felice fra vent’anni… l’importante è decidersi.
Tanto, in certe situazioni, qualcuno si fa sempre male.  E oggi l’unica cosa certa è che io sarò sicuramente quel "qualcuno".  Comunque vadano le cose.
 
Fra’ 

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